"And, in the end, it's not the years of your life that count. It's the life in your years". (Abraham Lincoln)

martedì 3 aprile 2012

SBARCO IN CANADA

Intervista pubblicata il 2 aprile 2012 sul Corriere Canadese, quotidiano in lingua italiana di Toronto.
Venerdì ero stato intervistato in diretta radio dal network CHIN, sempre di Toronto


Mattioni scommette sul Global eBook Award

«L’editoria tradizionale è una casta, per questo ho deciso di tradurre Whispering Tides e metterlo online»

TORONTO - Guido Mattioni, 33 anni di giornalismo sulle spalle, è l’unico italiano nominato nella rosa dei concorrenti alla seconda edizione dei Global e-Book Awards che saranno assegnati a Santa Barbara in California il 18 agosto. Mattioni, 59 anni, udinese di nascita ma milanese di adozione, ha ricoperto diversi incarichi professionali a Il Giornale, Epoca, Espansione e Gente Money e ha publicato il suo romanzo di esordio in lingua inglese Whispering Tides con la Smashwords di San José, nella Silicon Valley (il titolo della versione italiana è Ascoltavo le maree).
Il libro di Mattioni ambientato a Savannah, in Georgia, sta continuando la scalata nella classifica delle vendite. E Mattioni, non nasconde di certo la sua soddisfazione.
Cosa ha provato ad essere stato nominato ai Global eBook Awards?
«Sono orgoglioso, sono l’unico italiano a competere e perché non dirlo, mi sono tolto anche un po’ di sassolini dalle scarpe».
Sassolini dalle scarpe? Mi spieghi meglio.
«All’inizio per la pubblicazione mi sono rivolto a due case editrici importanti che, non mi vergogno a dirlo, non mi hanno neppure risposto. In fondo non ero un ragazzino alle prime armi ma un professionista che è stato inviato speciale di un quotidiano, caporedattore di vari giornali e vicedirettore di un importante mensile. L’editoria cartacea oggi sembra puntare più sui personaggi televisivi, le cui storie vengono scritte ovviamente da ghostwriter, perché sono subito successi di vendita. Sono innumerevoli sugli scaffali delle librerie le biografie di calciatori, cantanti, attrici».
Quindi ha deciso di far uscire il romanzo direttamente in eBook anche in versione inglese. Una scelta all’avanguardia.
«Parlavo del libro con un amico, un ex collega, che mi ha suggerito di tradurlo in inglese, i costi del resto sono zero e così l’ho messo online prima in inglese e dopo 24 ore in italiano. Ho fatto tutto da solo, mi sono formattato il testo, fatto l’impaginazione, la copertina, è bello anche tutto questo perché scopri una dimensione artigianale avendo fatto per oltre trenta anni questo lavoro sai avere l’occhio, impari cose che ti restano. Eppoi alla fine la tua sorte è nelle mani di chi legge non dell’editoria tradizionale che è una casta».
Il futuro dell’editoria sembra essere online. Il cartaceo secondo te è giunto al capolinea?
«La logica sbagliata secondo me è quella di vedere tutto bianco o nero mai con grigi di mezzo. In America l’online è quasi un mercato maturo e poi è provato che l’ebook sta già andando adesso in aiuto dell’editoria tradizionale cioè porta alla lettura delle fasce che prima non leggevano».
Leggere un libro sul computer è lo stesso che leggerlo in cartaceo?
«Le due cose si aggiungono, l’una non fagocita l’altra. Anch’io sono cresciuto in mezzo ai libri però adesso sto apprezzando anche l’online che ha di certo dei pregi. In un paese con grandi distanze, e il Canada è uno di questi, ci sono persone che non hanno sempre la possibilità di andare a prendere un libro e quindi lo possono scaricare così come lo può fare un anziano che non ha possibilità di movimento. Una persona che ha problemi di vista ha il vantaggio di poter ingrandire il carattere, cosa che con il libro tradizionale non puoi fare. Chi viaggia come me può portarsi dietro migliaia di libri con un peso irrisorio».
Perché ha scelto di pubblicare il romanzo in due lingue?
«Ho seguito il consiglio del mio amico. L’eBook è uno strumento che ti porta a quella che gli esperti di marketing chiamano “diffusione virale” appunto perché la diffusione non ha paragoni con la promozione di tipo tradizionale. Invece di avere potenziali 60 milioni di lettori ne ho due miliardi e mezzo. Poi, ovviamente, tocca a me farmi vedere, autopromuovermi».
Il protagonista del suo romanzo, Alberto Landi, “non ha mai amato Milano, che gli diventa, dopo la morte della moglie, del tutto intollerabile”. Mi pare di capire che Alberto Landi è lei.
«Non è un libro autobiografico anche se Alberto Landi mi somiglia molto. Io dieci anni fa ho perso improvvisamente la mia prima moglie dopo 23 anni di vita splendida assieme. Avevamo questo posto, Savannah, dove dal 1991 tornavamo tutti gli anni, un posto che per me si è rivelato una ciambella di salvataggio per non diventare matto, la mia ancora di salvezza. A Milano, tranne gli amici, non avevo più nessuno. Savannah è diventata casa mia e dal 1998 ne sono cittadino onorario. Eppoi lì ho tantissimi amici. Milano mi ha dato tanto ma è terribilmente cambiata. Oggi Milano è sporca, non ha più il cuore di una volta, è un po’ incattivita anche se chiaramente è incattivito un po’ tutto il mondo ed è chiaro che si incattiviscano prima le grosse città. Forse non è che non tollero più Milano in quanto tale, ma proprio non ne posso più delle città grosse e ho voglia di vedermi attorno degli alberi perché sono stufo di vedere l’asfalto, sono stufo di sentire i rumori delle sirene di notte, di avere i viados sotto casa».
Oltre a Savannah lei ama molto la Sicilia.
«Attraverso la mia seconda moglie mi sono innamorato follemente della Sicilia, in particolare del siracusano e del ragusano. La Sicilia è un continente a sé, se si prende la cultura, la storia è la regione più ricca d’Italia, la sua gente è straordinaria, i paesaggi sono mozzafiato.Eppoi la cucina...»
Già la cucina.
«Non dico mai di essere un buon giornalista o un bravo scrittore, ma di essere un eccellente cuoco. Amo la buona cucina e amo cucinare. Preparo dall’antipasto al dolce, faccio anche il pane e mi sto anche appassionando alla pasticceria che è la più difficile e prima dell’estate farò un salto in Sicilia per seguire dei corsi a Ibla nella casa del grande chef Ciccio Sultano».
So che non ama il calcio.
«Detesto il calcio, non solo non tifo né Milan né Inter ma neppure la nazionale. Anzi posso dire che lo sport mi lascia del tutto indifferente».
Progetti futuri?
«Sto lavorando su un secondo romanzo che avevo già scritto negli anni 80 e poi ho lasciato lì perché correndo come inviato non avevo mai il tempo di mettermi con calma a scrivere».

Il romanzo “Whispering
Tides (Ascoltavo le maree)”
è disponibile su Amazon, iBook di Apple, Barnes and Nobles, la Diesel, Sony e la canadese Kobo. Il romanzo è disponibile anche in
versione stampata on demand: in italiano è ordinabile ai siti www.ilmiolibro.kataweb.it,www.lafeltrinelli.it e al sito dell’americana www.lulu.com. In edizione stampata inglese è in vendita su www.amazon.com e www.lulu.com





Data pubblicazione: 2012-04-02
Indirizzo pagina originale: http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=117256

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